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Matilde Serao
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Modèle de journalisme littéraire avant l'heure, Le Ventre de Naples a été composé par Matilde Serao entre 1884 et 1904. Avec un incroyable sens du détail et une grande clairvoyance, elle rend compte du quotidien des quartiers populaires de Naples alors en pleine transformation urbanistique. Qu'il s'agisse de la nourriture, de la maladie, du logement, de l'omniprésence des superstitions ou encore de la passion pour le loto, tout est évoqué à hauteur d'homme et avec une profonde empathie. Pointant l'incroyable aptitude à rêver de ces petites gens en prise avec la plus grande misère, elle souligne leur générosité innée, le sens de l'entraide qu'ils manifestent invariablement, et interpelle les politiciens et les urbanistes pour leur offrir des conditions de vie décentes.
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Mariée à un médecin de la petite bourgeoisie romaine, Checchina passe ses journées chez elle, s'efforçant de tenir son logis le mieux possible malgré le manque d'argent. Son morne quotidien se trouve bouleversé le jour où son mari invite à dîner le marquis d'Aragon, un homme aussi raffiné qu'entreprenant qui n'hésite pas à lui proposer un rendez-vous galant. Tiraillée entre son désir et la crainte des rumeurs, Checchina met tout en oeuvre pour s'y rendre. Mais tandis que l'heure du rendez-vous se rapproche, la distance qui les sépare semble n'avoir jamais été aussi grande.
Dans ce court texte à l'intrigue resserrée sur quelques jours, Matilde Serao brosse un portrait vif et saisissant de la société de son temps, témoignant du poids des conventions qui entravent les femmes dans toutes leurs relations, amicales comme amoureuses. -
Femmes de l'Italie méridionale / Donne del Mezzogiorno
Matilde Serao, Federico de Roberto, Grazia Deledda, Luigi Pirandello
- Langues Pour Tous
- Bilingue
- 28 Septembre 2023
- 9782266332743
4 nouvelles italiennes classiques, sur des femmes de l'Italie du Sud.
Les nouvelles présentées dans ce recueil, exception faite de celle de Pirandello, appartiennent au sens large au courant réaliste du vérisme qui s'est imposé à la fin du XIXe siècle, notamment dans l'aire culturelle méridionale. Les quatre auteurs et autrices appartiennent en effet à différentes régions du Mezzogiorno : Grazia Deledda ( La porta chiusa dans Chiaroscuro (1912) pour la Sardaigne, Luigi Pirandello ( Il viaggio dans Novelle per un anno (1922-1937) et Federico De Roberto ( Il rosario dans Processi verbali (1888) pour la Sicile et Matilde Serao ( Donna Caterina e Donna Concetta dans Il paese di Cuccagna (1891) pour Naples. -
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Mancano a noi le nere foreste del Nord, le nere foreste degli abeti, cui l'uragano fa torcere i rami come braccia di colossi disperati; mancano a noi le bianchezze immacolate della neve che dànno la vertigine del candore; mancano le rocce aspre, brulle, dai profili duri ed energici; manca il mare livido e tempestoso. Sui nostri prati molli di rugiada non vengono gli elfi a danzare la ridda magica; non discendono dalle colline le peccatrici walkirie, innamorate degli uomini; non compaiono al limitare dei boschi le roussalke bellissime; qui non battono i panni umidi le maledette lavandaie, perfide allettatrici del viandante; il folletto kelpis non salta in groppa al cavaliere smarrito.
Las... -
Venne ad aprire Susanna, la serva. Portava un vestito di lanetta bigia, stinto, rimboccato sui fianchi, lasciando vedere una sottana frusta di cotonina scura; il grembiule di tela grossa era cosparso di macchie untuose; teneva in mano uno strofinaccio puzzolente. Entrando, Isolina fece una smorfia di disgusto.
- C'è Checchina? - chiese.
- C'è - rispose Susanna, stringendo le sue labbra sottili di beghina.
- E che fa?
- Stiamo ripulendo i mobili, col petrolio.
- Volevo dire che si sentiva questo puzzo! E non ci pigliate una malattia, voi?... -
Venne ad aprire Susanna, la serva. Portava un vestito di lanetta bigia, stinto, rimboccato sui fianchi, lasciando vedere una sottana frusta di cotonina scura; il grembiule di tela grossa era cosparso di macchie untuose; teneva in mano uno strofinaccio puzzolente. Entrando, Isolina fece una smorfia di disgusto.
- C'è Checchina? - chiese.
- C'è - rispose Susanna, stringendo le sue labbra sottili di beghina.
- E che fa?
- Stiamo ripulendo i mobili, col petrolio.
- Volevo dire che si sentiva questo puzzo! E non ci pigliate una malattia, voi?
- Il puzzo del petrolio non fa male.
- Va' a dire a Checchina che sono qui, che ho da parlarle, di premura, subito - e cavò dalla tasca un fazzole... -
Cuore infermo
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Il fioretto di domani è questo - disse il predicatore, leggendo un cartellino: - Voi offrirete a Maria Vergine i sentimenti di rancore che avete nel cuore e abbraccerete la compagna di scuola, la maestra, la serva che credete di odiare.
Nella penombra della cappella vi fu un movimento tra le educande grandi e tra le maestre: le piccine non si mossero. Delle piccine qualcuna sonnecchiava, qualcuna sbadigliava dietro la manina: sui rotondi visetti si dilatava la contrazione della noia. La predica era durata un'ora e le piccole non capivano nulla. Avevano voglia di cenare e poi di dormire. Ora il predicatore era disceso dal piccolo pulpito, e sull'altare, Cherubina Friscia, la maestra sagre... -
Un alto e tetro silenzio era nella stanza di Cesare Dias. Egli stava seduto nel seggiolone di cuoio bruno, teneva appoggiati i gomiti sulla grande scrivania di legno scolpito e le due mani gli nascondevano gli occhi e la fronte: si vedean solo i capelli un po' scomposti e le labbra pallidissime sotto i mustacchi disfatti. Fuori, la triste giornata invernale declinava e tetre si facevano le ombre nell'austera stanza, tetre intorno a quella immobile figura di uomo di cui, nell'alto silenzio, parea non si udisse neanche il respiro.
- Eccellenza... - mormorò una voce trepida.
Cesare non si mosse: sembrava non avesse inteso.
- Eccellenza, perdonate... - ripetette l'esitante e tremula voce. ... -
Amico lettore, ti prego, sii sincero. Quando i tuoi occhi curiosi si saran fermati, un istante, sulla covertina di questo volume e l'avran letta, non ti abbandonare a quel gesto tutto convenzionale, tutto esteriore, per cui un romanzo di amore fa levare le spalle, in atto d'ironica noia e di sazietà beffarda. Non levare le spalle, caro lettore: non imitar quello che tanti altri esseri umani faranno, come te, imitandosi fra loro: non obbedire a una formola superficiale e che ti è estranea: abbi il coraggio di esser sincero. Cedi a quella intima, segreta nostalgia sentimentale, per cui ogni istoria di amore, la più umile, la più comune, attira me, te, gli altri, con un fluido sottile: cedi ...
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Fulvio s'inchinò, prese dalla mano di Paola il gelato che ella, sorridendo dolcissimamente, gli porgeva, e le disse, guardandola negli occhi:
- Vi amo.
- Non dovete amarmi - mormorò lei, senza scomporsi, seguitando a sorridere.
- E perchè?
- Perchè ho marito - ribattè ella, ma placidamente.
- Non importa!
E gli occhi di Fulvio, di un tetro azzurro, lampeggiarono di passione. Ella restava innanzi a lui, senza mostrare alcun turbamento, sorridendo ancora, tutta rossa, con le belle braccia bianche e prosciolte sotto il merletto nero delle maniche. Sul merletto nero e sulle bianche braccia scintillavano i braccialetti gemmati: erano ricaduti sui polsi, ella si occupò a risollevarsi vers... -
Efficace la frase, Voi non lo conoscevate, onorevole Depretis, il ventre di Napoli. Avevate torto, perchè voi siete il Governo e il Governo deve saper tutto. Non sono fatte pel Governo, certamente, le descrizioncelle colorite di cronisti con intenzioni letterarie, che parlano della via Caracciolo, del mare glauco, del cielo di cobalto, delle signore incantevoli e dei vapori violetti del tramonto: tutta questa rettorichetta a base di golfo e di colline fiorite, di cui noi abbiamo già fatto e oggi continuiamo a fare ammenda onorevole, inginocchiati umilmente innanzi alla patria che soffre; tutta questa minuta e facile letteratura frammentaria, serve per quella parte di pubblico che non vuol...
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Alle dieci e mezzo di quella domenica, il sagrestano della parrocchia dei Ss. Apostoli uscì sulla porta dell'antica chiesa napoletana e cominciò ad agitare vivamente un grosso e stridulo campanello di argento. Il sagrestano, appoggiato allo stipite della pesante vecchia porta di quercia, scrollava il campanello a trilli, a distesa, continuamente: serviva per avvertire i fedeli di via Gerolomini, del vico Grotta della Marra in Vertecoeli, della piazza Ss. Apostoli, delle Gradelle, che fra poco sarebbe cominciata nella chiesa dei Ss. Apostoli la messa cantata, la funzione grande di Pentecoste. Ad un tratto, il campanello si chetò: ma il sagrestano rimase accanto alla porta, ritto sugli scal...
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Tre sono i personaggi di questa istoria d'amore: Paolo Herz, Luisa Cima e Chérie. Malgrado il suo cognome tedesco, Paolo Herz è italiano, di madre e di padre italiani, delle provincie meridionali. Veramente, non è inutile aggiungere che l'avo paterno di Paolo era tedesco. Questo nonno aveva lasciato la Germania in piccolissima età, emigrando in Italia: qui era cresciuto, aveva lavorato ad accrescere la sostanza famigliare e il decoro del nome Herz: qui si era ammogliato con una italiana, e aveva procreato dei figli. Così i legami con la patria di origine, almeno quelli esteriori, si eran venuti col tempo, con la lontananza, rallentando e poi, più tardi, sciogliendosi: tanto che gli Herz s...
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Scoccarono le cinque. La pesante porta del coro, di antico oscuro legno scolpito, si schiuse, stridendo, si spalancò, sospinta dalle magre e lunghe mani di suor Gertrude delle Cinque Piaghe: anche l'altro battente fu aperto e respinto lentamente contro il muro, dalla monaca. Ella attraversò a passo rapido tutto il coro, avendo nascosto, con un moto familiare, le mani nelle ampie maniche di lana nera della sua tunica, e si andò ad inginocchiar dietro la fitta grata metallica del coro. Dall'alto, da un'altezza grande, ella gittò uno sguardo quasi inquieto nella chiesa di suor Orsola Benincasa, che si allargava e si allungava, giù, giù, in una penombra di tempio dalle finestre velate...
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Nell'ora tarda della sera, partita l'ultima persona amica o indifferente, per la quale essa provava l'orgogliosa e invincibile necessità di mentire, chiuse tutte le porte ermeticamente, piombata la casa nel profondo silenzio notturno, interrogate con lo sguardo sospettoso fin le fantastiche penombre della sua stanza solitaria, dove sola vivente era una pia lampada consumantesi innanzi a una sacra immagine, prosciolto il suo spirito dall'obbligo della bugia e le sue labbra dall'obbligo del sorriso, ella si lasciava abbruciare dalla grande fiamma. Immobile, con le palpebre socchiuse e le mani abbandonate lungo il corpo, ritta come un bianco fantasma nel mezzo della sua stanza, sentiva un fl...
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Tutto chiuso nella preziosa pelliccia di lontra, fumando una fine e odorosa sigaretta russa, Roberto Alimena guardava distrattamente il facchino dalla blusa azzurra che, ritto nel compartimento di prima classe, collocava pazientemente sulla reticella i bagagli eleganti e ricchi del giovane viaggiatore, le valigie, i sacchi da viaggio, i portamantelli, le borsette di cuoio dalle cifre di argento: R. A. Il giovane signore era solo, sotto la tettoia della ferrovia; nessuno era venuto ad accompagnarlo alla stazione: il conduttore dell'omnibus del Grand Hôtel, cavatogli il berretto gallonato, lo aveva lasciato nel grande atrio dove si prendono i biglietti, dopo aver consegnato i bagagli al fac...
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Il treno si fermò.
- Capua; Capua. - gridarono tre o quattro voci, monotonamente, nella notte.
S'udì uno strepito di sciabole trascinate e un vivo parlottare fra lombardo e piemontese: un gruppo di ufficialetti, tanto per finire la serata, era venuto a vedere il passaggio del treno notturno Napoli-Roma. Mentre il conduttore chiacchierava, sommesso, col capo-stazione, che gli dava una commissione per Caianiello, e il postino tendeva un sacco di tela pieno di lettere all'impiegato postale ambulante, gli ufficiali, discorrendo fra loro e facendo, per abitudine, risonare i loro speroni, guardavano se qualcuno salisse o scendesse, sbirciavano dagli sportelli aperti se apparisse qualche bel v... -
Carmela Minino, in piedi presso il cassettone, macchinalmente, contò ancora una volta il denaro che teneva chiuso nello sdrucito piccolo portafogli: e vi trovò sempre le medesime diciotto lire, tre biglietti da cinque e tre biglietti da una lira che vi erano il giorno prima e la settimana prima. Si cavò di tasca il portamonete che portava addosso, quando usciva e dove riponeva i pochi spiccioli per pagare l'omnibus, per pagare la sedia, alla messa, per bere un bicchier d'acqua: vi pescò sette soldi. E con un atto puerile e triste guardò desolata e ansiosa intorno, quasi che dalle nude pareti della sua stanza, dai poveri mobili strettamente necessarii potesse uscire, fantasticamente, qualc...
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Lunga distesa, immobile sotto la bianca coltre del letto, con le braccia prosciolte e le mani aperte, con la bruna testa inclinata sopra una spalla, con un soffio impercettibile di respiro, Anna pareva dormisse da due ore, immersa nel profondo abbandono del sonno giovanile. Sua sorella Laura, che dormiva in un secondo candido lettino da fanciulla, all'altro capo della vasta stanza, aveva quella sera molto prolungata la sua solita lettura notturna, con cui sfuggiva alla conversazione ultima della giornata, fra sorelle. Ma appena l'ombra della lunga e fredda notte d'inverno aveva avvolto le cose e le persone nella camera delle due fanciulle, Anna aveva schiuso gli occhi e li teneva fissi, s...
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Paolo Joanna andava e veniva per la stanza, vestendosi, straccamente, ancora tutto pieno di sonno. Sul suo letto disfatto stavano una quantità di giornali aperti e spiegazzati, cascavano dalla sponda, giacevano sul tappetino miserabile; erano quelli della sera innanzi, su cui si era addormentato, su cui si era arrotolato, dormendo: quelli della mattina, ancora chiusi dalle fascette multicolori, erano deposti sul vecchio tavolino da notte, accanto a una tazza da caffè - e attratte dal fondiccio melmoso del caffè, dove lo zucchero si liquefaceva, le mosche vi ronzavano attorno - e un sottile odore d'inchiostro di stamperia restava nell'aria. Paolo Joanna si vestiva pianamente, per non desta...
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Dopo mezzogiorno il sole penetrò nella piazzetta dei Banchi Nuovi, allargandosi dalla litografia Cardone alla farmacia Cappa e di là si venne allungando, risalendo tutta la strada di Santa Chiara, dando una insolita gaiezza di luce a quella via che conserva sempre, anche nelle ore di maggior movimento, un gelido aspetto fra claustrale e scolastico. Ma il gran movimento mattinale di via Santa Chiara, delle persone che scendono dai quartieri settentrionali della città, Avvocata, Stella, San Carlo all'Arena, San Lorenzo e se ne vanno ai quartieri bassi di Porto, Pendino e Mercato, o viceversa, dopo il mezzogiorno andava lentamente decrescendo; l'andirivieni delle carrozze, dei carri, dei ven...
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Naples : les légendes et la réalité / Matilde Serao Date de l'édition originale : 1908 Le présent ouvrage s'inscrit dans une politique de conservation patrimoniale des ouvrages de la littérature Française mise en place avec la BNF.
HACHETTE LIVRE et la BNF proposent ainsi un catalogue de titres indisponibles, la BNF ayant numérisé ces oeuvres et HACHETTE LIVRE les imprimant à la demande.
Certains de ces ouvrages reflètent des courants de pensée caractéristiques de leur époque, mais qui seraient aujourd'hui jugés condamnables.
Ils n'en appartiennent pas moins à l'histoire des idées en France et sont susceptibles de présenter un intérêt scientifique ou historique.
Le sens de notre démarche éditoriale consiste ainsi à permettre l'accès à ces oeuvres sans pour autant que nous en cautionnions en aucune façon le contenu.
Pour plus d'informations, rendez-vous sur www.hachettebnf.fr